25 luglio 2008
Patemisco, continuano i controlli dell’Arpa – Il sindaco: “I turisti stiano tranquilli”
Resta il divieto di balneazione nella zona del fiume. A breve i lavori di dragaggio
MASSAFRA – Sarebbe stato un malfunzionamento
del depuratore a permettere lo sversamento di sostanze inquinanti nelle
acque marine alla foce del fiume Patemisco, o almeno questo
parrebbe a primo acchito, in attesa di saperne di più dopo i rilievi
effettuati dall’Arpa. Un’ordinanza sanitaria, intanto, dopo
comunicazione dell’Arpa al dottor Luigi Mastromarino, Ufficiale
Sanitario del Comune di Massafra, e dopo la conseguente comunicazione di
quest’ultimo al sindaco di Massafra, che nelle sue funzioni ha anche
quella del controllo sanitario della città, vieta la balneazione nelle vicinanze della foce del Patemisco
già dallo scorso 8 luglio, giorno in cui sulle spiagge contigue sono
apparsi i cartelli che riportavano il ‘Divieto di Balneazione’. “
"La
spiaggia è stata chiusa, a partire dal fiume Patemisco, per 500 metri
verso Verde Mare e per 500 metri verso Chiatona, anche se l’ordinanza
parlava di una distanza minore, 300 metri. Serviva mettere in sicurezza i cittadini e lo abbiamo fatto”.
Quotidianamente l’Arpa continua ad effettuare rilievi, per capire cosa
sia successo e soprattutto per monitorare le acque dell’area interessata
e controllare che i valori si normalizzino. Già ieri i valori avevano quasi raggiunto livelli normali nel lato Verde Mare.
Un dato, però, dovuto alla corrente marina del Golfo: “In quella parte –
dicono dagli uffici - la corrente del Golfo è circolare, e questo fa si
che le acque inquinate di allontanino dalla zona interessata, andando
verso Chiatona. Per questo motivo i valori tornano normali molto più
velocemente rispetto all’altro lato”.
Ci
vorrà in pratica ancora un po’ di tempo perché la situazione ritorni di
nuovo normale. Intanto dal Comune tengono a specificare che il divieto
riguarda solo la quella zona, e non l’intera Chiatona, come qualcuno
aveva erroneamente pensato. Perché il divieto decada ci sarà
bisogno di una relazione dell’Arpa che tranquillizzi tutti e che dia il
via libera per riaprire alla balneazione.
Intanto l’Assessore Fernando Pelillo sottolinea: “Siamo in attesa di ricevere l’ok dall’autorità d’Ambito per pulire la foce del Patemisco.
Il progetto c’è, i soldi a disposizione anche (si tratta di 5mila euro)
ma stiamo ancora aspettando arrivi l’ok. È incredibile che con la
situazione scatenatasi in questi giorni l’autorità d’Ambito non acceleri
l’iter per consentirci di pulire”.
Intanto il primo cittadino, Martino Tamburrano, respinge le accuse e gli attacchi di alcuni esponenti politici di opposizione: “Stiamo lavorando per stabilizzare il deflusso delle acque e per far stare tranquilli i turisti. C’è chi parla senza sapere.
Io sono abbastanza tranquillo e sto lavorando di concerto con l’Arpa,
per verificare lo stato delle acque di balneazione. Abbiamo interessato
gli enti preposti per verificare il corretto funzionamento del
depuratore. Strumentalizzare politicamente questa situazione non è corretto. Il
problema è che visto il buon funzionamento dell’Amministrazione non
hanno argomenti e si aggrappano a queste cose, anche quando è una
responsabilità che non mi appartiene. Ora resta da capire se tutto deriva dal mancato funzionamento del depuratore o da altre fonti inquinanti”.
Poi chiude chiarendo: “Qualcuno parla dell’autorizzazione da Bari per bonificare le acque del Patemisco. Non è così. L’autorizzazione
che aspettiamo dall’Autorità di Bacino servirà per dragare una parte
del fiume e consentire il deflusso delle acque”. Un canale di
circa due metri che permetterà di sgomberare il canale maestro e la foce
del fiume Patemisco dal ‘tappo’ formato dalla crescente vegetazione,
oggi rigogliosa a causa della mancata manutenzione da parte del
consorzio Stornara e Tara, ormai commissariato da tempo memorabile.
Questo consentirà di risolvere il problema della zona denominata ‘Acque
Basse di Massafra’, il cosiddetto ‘pantano’, inondato ogni volta che le
acque, impossibilitate a defluire verso mare, si riversano nel fiume
Tara che, ingrossato, straripa nei terreni vicini. Un canale, quello che
deriverà dal futuro dragaggio, che potrà essere utilizzato anche dai
diportisti per accedere a mare.
Graziano Fonsino [Corriere del Giorno]
Graziano Fonsino [Corriere del Giorno]
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