La Repubblica — 08 novembre 2003
A
Massafra il comitato per la difesa dell' ospedale ha già deciso di rivolgersi al sindaco: a quello di Terlizzi, però, Vincenzo Di Tria. «Stiamo pensando di invitarlo qui - annuncia Margherita
Ramunno, una
pasionaria della lotta in favore del nosocomio - per fornirci qualche consiglio su come rilanciare la mobilitazione popolare». Il modello
Terlizzi - sintetizzabile nella formula "
chi vuol chiudere l' ospedale deve passare sul nostro cadavere" - fa fortuna e conta già i primi imitatori: «Oltre a presentare un ricorso al Consiglio di Stato - spiega
Ramunno - anche noi siamo determinati a presidiare l' ospedale e a verificare la possibilità di una denuncia penale per la falsificazione dei dati del piano di riordino ospedaliero che ha permesso la chiusura dei reparti».
Terlizzi-Massafra, il gemellaggio della protesta. Con una differenza: «Da noi lo smantellamento è più
soft. Ogni tanto fanno sparire qualcosa da un reparto, fino a svuotarlo. Ma noi non molleremo». E così, a un anno e mezzo dalla via crucis agostana tra i paesi inferociti del governatore
Raffaele Fitto, ecco che la protesta, lungi dal placarsi, riprende vigore. A
Trani sono sul piede di guerra[...]
DAVIDE
CARLUCCI
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